Alcuni fumetti per terra, di fianco alle sneakers di un ragazzo

Questa estate, durante la presentazione alla stampa della mostra Crossover. Supereroi in torre che si è tenuta a Morgex, lo scultore Adrian Tranquilli e il disegnatore Giuseppe Camuncoli si sono trovati a ragionare sul ruolo che la figura del supereroe ricopre nella nostra società. In quel frangente Tranquilli ha definito la storia editoriale della Marvel come  il “metatesto più lungo della storia dell’umanità, che scrive e sovrascrive la stessa storia da oltre 70 anni”. È una frase che mi ha colpito perché non avevo mai pensato ai fumetti che leggo dall’infanzia in questi termini, come una lunghissima epica omerica che viene tramandata raccontandola e modificata ad ogni nuova ripetizione. 

Quasi ci fosse una connessione (Alan Moore ne sarebbe convinto), pochi giorni dopo ho scoperto l’ultimo libro di Douglas Wolk, ovvero All of the Marvels, un’epopea attraverso l’intera storia editoriale di Marvel, che nelle scorse settimane UTET ha pubblicato anche in Italia con l’evocativo titolo Eroi, mutanti, mostri & meraviglieQuello di Douglas è un esperimento inedito: leggere tutti gli oltre 27.000 albi pubblicati da Marvel dall’inizio della sua storia editoriale ad oggi, per vedere l’effetto che fa. Il reportage di questo lunghissimo viaggio nella fantasia di centinaia di sceneggiatori e artisti è allo stesso tempo una bellissima follia e una sorta di studio etnografico condotto all’interno di un mondo di fantasia.

Wolk si è così trovato in una posizione immagino quasi unica al mondo, custode di poco meno di un secolo di epica supereroistica interconnessa, testimone oculare di citazioni e rimandi, osservatore di evoluzioni culturali e sociali tradotte in arte sequenziale. Affascinato dal suo sguardo complessivo su un mosaico gigantesco e sfaccettato, ho approfittato della presenza di Douglas Wolk a Lucca (dove ha tenuto un interessantissimo panel sul suo libro insieme a Marco Rizzo), per proporgli un’intervista. Avendo compiuto imprese ben più ardue, il buon Douglas ha accettato senza remore. 

Una vecchia macchina fotografica analogica poggiata su dei fumetti Marvel

Ciao Douglas, benvenuto sulle nostre pagine.
La prima domanda è forse banale, ma inevitabile: come ti è venuta l’idea di leggere 27.000 fumetti Marvel? E come hai fatto a recuperarli fisicamente tutti?

L’idea è nata dall’entusiasmo di mio figlio per la lettura dei fumetti. Per un po’ di tempo è stato molto interessato a leggere tutto in ordine di continuity – l’ordine in cui gli eventi sono accaduti ai personaggi – e questo mi ha fatto pensare a come sarebbe stato leggere l’intera storia Marvel di 60 anni come un’unica storia.

Non ho dovuto trovarli tutti in forma fisica: c’è un servizio digitale chiamato Marvel Unlimited, un sistema all-you-can-read che è un po’ come Netflix. Non hanno tutto, ma hanno un sacco di cose. Per il resto, c’era la mia collezione personale, quella di amici e una manciata di biblioteche. Trovarli non è stata la parte difficile; trovare abbastanza ore nella giornata per leggerli tutti è stato più difficile.

Quello che hai trovato alla fine della lettura è ciò che ti aspettavi di trovare?

Più o meno: sapevo che avrei visto i modi in cui la storia Marvel rifletteva i momenti in cui è stata creata, ma non sapevo quali fossero questi modi finché non l’ho letta! È sorprendente vedere come la tecnologia dei droni inizi a comparire in Iron Man, o le battute sullo scandalo politico del Watergate nei numeri degli anni Settanta di Avengers, o una lettera di un fan che collega gli eventi della serie western Gunhawks alla guerra del Vietnam.

Nel tuo processo di lettura non hai adottato una sequenza cronologica, come mai?

Sospetto che avrei perso la testa da qualche parte negli anni ’90 se avessi cercato di leggere tutto in ordine cronologico… o forse anche negli anni ’60. Ma i fumetti della Marvel non sono mai stati pensati per essere letti tutti in ordine cronologico, ed è molto più divertente saltare dove mi porta l’umore; finché alla fine sono riuscito a leggere tutto, ho pensato di poter mettere insieme i pezzi nella mia testa.

Qual è stata la più grande sorpresa che ha tratto dalla lettura?

Non avevo mai letto il ciclo di Capitan America degli anni Ottanta scritto da Mark Gruenwald, e mi è piaciuta moltissimo: non è affatto appariscente (soprattutto dal punto di vista dei disegni), ma Gruenwald si è divertito molto a esplorare l’idea dello scontro tra ideologie e di cosa significhi essere il simbolo di una nazione. E scrivere i “cattivi” nominali ricorrenti, la Serpent Society, come una sorta di coro greco estremamente simpatico è stato un colpo di genio.

La storia editoriale della Marvel è una mitologia moderna, forse l’opera narrativa più lunga della storia umana: in base alla sua esperienza, cosa la differenzia dalla mitologia classica?

La differenza più grande è che sappiamo esattamente chi l’ha creata. Quello che vediamo nelle sue pagine è il lavoro di una manciata di artisti e scrittori specifici, le cui prospettive individuali sono evidenti ovunque. È anche un’impresa specificamente commerciale, plasmata in ogni momento dalle forze di mercato del suo momento, in modi sia meravigliosi che deplorevoli.

Leggendo oltre 60 anni di storie, quanto è facile percepire il dialogo tra le storie Marvel e la loro contemporaneità?

È molto facile, anche se aiuta avere un senso di ciò che accadeva nel mondo al di fuori dei fumetti, per vedere il modo in cui le storie dei supereroi riflettevano ed elaboravano la realtà dei loro creatori.

Recentemente, alcuni lettori si sono lamentati della visione politica di alcune serie. Da quello che ricordo, però, i fumetti Marvel hanno sempre riflesso l’attualità; è la loro caratteristica rivoluzionaria fin dall’inizio. Come ha percepito questo aspetto durante la sua lettura?

La politica è sempre stata una parte centrale delle storie di supereroi – sono storie sul potere e su come viene usato per cambiare il mondo in modi piccoli e grandi – e riflettono sempre le realtà politiche e le aspirazioni del momento. In generale, i lettori che si lamentano della politica nei fumetti si oppongono solo a politiche più progressiste della loro!

I lettori che si lamentano della politica nei fumetti spesso non colgono le posizioni nette degli autori e dei personaggi che leggono da una vita (penso al concetto di accettazione delle minoranze insito negli X-Men): come lo spieghi?

È vero! Ma uno dei segni di una storia veramente buona è che risponde a ciò che il lettore porta ad essa; se trovi qualcosa di abbastanza divertente, cercherai naturalmente di farlo quadrare con la tua comprensione del mondo, anche se questo significa che finisci per contorcere il senso della storia stessa.

Qual è il tuo ciclo narrativo preferito? E quale, invece, ha fatto più fatica a leggere?

Il mio preferito cambia continuamente, ma al momento sono un po’ ossessionato dal ciclo di Krakoa che ha occupato gli ultimi anni di tutti i fumetti legati agli X-Men: è roba incredibilmente avventurosa e riflessiva.

Per quanto riguarda la lettura più difficile… beh, quando ero quasi arrivato alla fine del mio foglio di calcolo dei numeri, mi sono reso conto che c’era ancora una grande sezione non letta in “P”, e che avrei dovuto superarla in qualche modo. Ed è così che mi sono chiuso in un appartamento per due settimane con una cassa di bevande proteiche e 30 anni di fumetti del Punitore.

Come è stato accolto da Marvel il suo esperimento?

Per me era importante scrivere il libro in modo del tutto indipendente dalla Marvel, così da poter dire tutto quello che volevo. Dopo l’uscita del libro, però, la Marvel mi ha invitato ad apparire in un paio dei suoi podcast ufficiali per parlarne, e mi ha assunto per scrivere le introduzioni di diversi libri che ha pubblicato di recente, quindi non sembra che si siano opposti!

Ha intenzione di ripetere questa impresa anche con la DC Comics?

No, no, non lo farò… in parte perché, per quanto molti di loro mi piacciano, i fumetti della DC non si inseriscono in un’unica narrazione che abbraccia tutta la loro storia come quelli della Marvel, e in parte perché devo preservare ciò che mi resta della vista! Il prossimo libro che scriverò sui fumetti si concentrerà probabilmente su un gruppo molto più ristretto di fumetti, con un’angolazione molto diversa.

Grazie mille, Douglas!

Non c’è di che, grazie per il vostro interesse!


Link Amazon.

La copertina di Eroi, mutanti, mostri & meraviglie.

 



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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